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Quattro poesie di Eugenio Griffoni da Fernweh (PeQuod, 2023)




La genesi dell’orizzonte

 

Plumbeo lo sguardo

si srotola di vigna

in vigna, intrecciate - le viti

scendono adagio nel grano:

ti ricopre il sonno dei padri.

Svariopinti filamenti

diramano, un residuo di luce

a capofitto nel fosso:

          ti cerca.

 

Tu nascondi il respiro. Hai la mano

sul muro antico del casolare

e preghi (?). L'indice

ti spalanca traiettorie

lungo il confine del visibile,

lasci annegare le montagne,

sospiri una parola.

 

È la lacrima che ricami

la genesi dell'orizzonte.

 

Ho spiato da dietro la persiana le montagne tramontare

 

Gigantesche, silenziose pale eoliche

spadroneggiano il nulla - la brughiera -

disseminati monarchi

su fosche necropoli di cardi e cemento.

 

Dove sono finiti tutti?

 

Ho spiato da dietro la persiana

le montagne tramontare, il lento

incedere di roccaforti

giù dal crinale,

fino al rosso più rosso al rogo

siderale: questa nostalgia

mi parla di te.

Tienimi la mano nel tempo che viene,

nel nero più nero che strozza le ore.

 

E passeranno ancora

mandrie di dune in sorda migrazione,

satelliti e comete come scaglie di Sole,

ma non passeremo noi amore

sotto l'arco dorato,

due Soli fuori orbita

nel cielo incrinato.

 

Sono dunque i nostri cuori

a turbare il mondo?

Così tanto ci promettemmo

prima di sparire.

 

Porte del Paradiso

 

È l'innesco a mancare.

Primordio celato - come all'ingresso in cattedrale

vagano pupille sui riflessi del rosone.

 

Ma non ci sarà alcun Sole.

 

Ad accendere l'abside

il fascio di una torcia - io l'incensiere,

e la preghiera - si farà goccia.

 

 

Fra poco non saranno più d’oro le vetrate

 

Fra poco non saranno più d'oro le vetrate.

Ormeggiata è la barca

che t'accolse le ossa nel buio delirante

- con reti del pescatore copristi lo spavento -

alghe maleodoranti

e carcasse di granchio nel groviglio.

Fra poco non saranno più d'oro le vetrate.

 

Guarda come cambia la marea:

non è che l'incubo di plasma e oblio

ad avvolgere le chiglie e ingoiare,

i gabbiani impazziti a capofitto

ad annegare, deformi nel trapasso

sprofondano inanimati ed ecco

non sono più d'oro le vetrate.

 

Sordo il suono che sconvolse il colore:

ai piedi d’immense vertigini

spalancammo la gola: isteriche sfumature

di nero e più nero fondevano

squame e boe natanti vernici:

e il bollire della vita forse sentimmo,

nella fornace di conchiglia

fra i cocci di rotaia.

 

Cadde su di noi l’ombra smisurata

ci vedemmo negli occhi.

Da secoli solitario dorme il palazzo:

“E’ un memoriale” ripetevi

fondendo le pupille nell'oro riflesso

che moriva nelle tue febbri:

“Accendo una candela per il tempo che verrà,

per la notte le miserie e le clessidre capovolte.

Ignori forse tu l’ombra che fruga mascherata?

Ricordi le parole che ti dissi quella notte?”

 

E fu per compassione che tornai a pregare.

Pregammo molte parole

- alcune sconosciute, altre proibite -

e con poche stelle solitarie infine ti calmai.

Aspettammo a piedi nudi l'arrivo del miracolo.

Scalò il mondo repentino prorompendo nel cuore.

Ancora per una volta insieme lo vedemmo,

che fosse l'ultima o la prima,

tramutato sulle vetrate - del cielo -

l'oro di Dio.

 

 

Eugenio Griffoni, sviluppatore informatico gemelli classe 1992, tiene alto l’umore vivendo la montagna e tutto ciò che di vago sperduto la Terra possa offrirgli. È uno speleologo e sogna gli abissi nascosti sotto ai monti che guarda dalla finestra. A 25 anni si trasferisce a Cesena dove conosce il mondo del Poetry Slam, partecipa nel collettivo VoceVersa e in vari tornei italiani. Nel 2020 tornato in Ancona, sua città, comincia ad organizzare spettacoli di poesia orale e performativa nel centro sociale Casa delle Culture Ancona. Nel dicembre dello stesso anno autoproduce la sua prima raccolta di poesie, «Fuori dalla tana». Inediti compaiono su «Poesia del nostro tempo», «Crunched», «L’Altrove», «Atelier», «Inverso», «Inutile», «La Rivisteria». Nel 2022 alcune poesie presenti in questa raccolta hanno vinto il primo premio sezione poesia inedita del Concorso Sinestetica, Pagine Marchigiane (Associazione Versante), Dittico Poetico per il concorso Arte in Versi (Euterpe) e menzione al merito nel premio Paesaggio Interiore (Euterpe). Ad Aprile 2023 pubblica la sua seconda raccolta di poesie con la casa editrice Italic Pequod dal titolo «Fernweh» collana Rive. Ora l’autore vive a Jesi ed è piuttosto felice.

 

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