Mara Sabia - poesie
foto di Dino Ignani
da Diario di un amore (L’autore Libri Firenze, Firenze 2011)
Trecentosessantacinque
Sai,
volano ancora i falchi
sulla mia terra.
E sono esseri regali
magici, ammaliatori.
Conosci distese immense di alberi?
Un cielo alto senza limiti?
Lune d’avorio tra gli ulivi ed il vento?
Vengo io da un luogo arcano
dove i re si mesciono ai briganti,
ove la passione è densa
come il vino rubino.
Vengo dalla miseria più opulenta che esista,
ove la morte non chiede oboli
ove Dio ha mandato solo i suoi servi.
Ho origini d’oro e coltelli e croci.
Qui raccontano ancora
di contadine come principesse
secoli di donne
dai bruni capelli
e schiene bianche curve
altere di bellezza altra.
Occhi come ebano
e oro come grano.
E canti come Veglie a Venere
aleggiano
nel vento, lo stesso
di mille anni di gonne fa.
E occhi di castello
e mani di lavandaia
e labbra di amante ferita
e stille d’alba
e sere di meretrice
e vergini in processione.
- Terra d’incanto
terra di scanto! -
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Milioni di orme
Di femmine scalze
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Milioni di luci
sorrisi aperti e storie truci.
Donne madri
spose figlie
suore e cortigiane
In ogni dove!
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E l’ultima,
quella dallo sguardo desueto
che l’amore fece folle
che l’amore fece amara
resa amara da follia
nelle notti di luna
- aspetta -
una novella Elena degli Angeli
(che in terra di Lagopesole lo sanno)
- aspetta -
e un amore brama, oramai lontano
- aspetta -
e ancora canta canta conta e aspetta…
“- Non c’è universo di ghiaccio
né violenza di livido
né primavera di velluto
che possa portarmi via
dalla malattia che mi costringe l’anima.
Giorno muore
e giorno sale,
fluente
nell’oceano del tempo
e non c’è notte di sonno
né veglia d’argento
che possa salvarmi
dal veleno di cui mi sano
quale unguento -”.
da Le strade del bacio (La vita felice, Milano 2020)
Bellezza è canto
Bellezza è canto.
È parola che spaùra.
Ha il sapore delle stelle
conosce le strade dell’Eterno
la potenza degli dei del mare.
Bellezza rapisce
non si lascia afferrare:
è nei fianchi della luna,
nell’inguine del creato,
nel respiro molle degli amanti,
affondata
nelle carni del tempo.
*
Dal tuo odore non si può più tornare.
Se lo respiro forte mi duole il cuore.
Dal tuo odore non si può più tornare.
Piccole poesie del perso aprile
(inedite)
Dai rami vibranti alla finestra
una piccola vita
impercettibile
è il respiro del poeta.
Primavera spoglia di verde fiore
verde foglia
verde nasce
spoglia desta resta
e nulla più
*
II
Per Amelia
Il respiro di Hortensia mi arriva
leggendo Amelia e le sue notti
le danze macabre
furono la festa della sua vita
Aspersa di genio.
*
III
Quale sole in questo aprile
che non sa più la primavera.
Quale destino
se non so più fiorire.
Non più a sorte
si giocano morte
le chiarità del pensiero.
Solo giorni fluenti
nel respiro del tempo.
Torno a sedermi al tavolo dei poeti
alle cui orecchie gracchiano
lontani rigurgiti
dalla città delle lettere.
Sprofondati nell'inverno che trama
bisogna allevare il coraggio
del passero
che beve dal ramo
una goccia di tempesta.
Mara Sabia è docente, poetessa e attrice, si laurea in Lettere Moderne con uno studio sull’opera di Alda Merini e si specializza in Filologia Linguistica e Letteratura dell’età moderna. Ha all’attivo la pubblicazione delle raccolte di poesie Giorni diVersi (Potenza, 2001), Diario di un amore (L’Autore Libri Firenze, 2011) e Le strade del bacio (La vita felice, Milano 2020).
Nel 2015 ha vinto il Premio Internazionale di Letteratura Alda Merini con il saggio di critica tematica La rappresentazione manicomiale nella cultura letteraria del Novecento italiano, pubblicato nel 2017 da Lietocollelibri di Como.
Curatrice di eventi culturali, è performer in presentazioni, mostre ed eventi d’arte; dal 2016 è partner del progetto letterario La setta dei poeti estinti.
Attualmente è dottoranda di ricerca in Italianistica presso Sapienza, Università di Roma.