Cinque poesie di Teodora Mastrototaro da "Zoologia abitativa" (Ed. Arcipelago Itaca)
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Almeno rimani a tavola,
la fame del volare puzza di cimitero
dove una mela ammaccata
fa da ornamento.
Non il solito fiore ottuso
che crede nel nome scolpito nel marmo.
Almeno rimani aggrappata ad un dente
perché quando piove scavo un sorriso
come quando mi hai detto
C’è un’anestesia per l’inverno:
la neve.
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(moscerino della frutta)
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Curve dal fondo che chiude il canale
per poi sparire con la lentezza di un dolore.
Mi concentro sul dotto lacrimale come
una finestra che chissà quando chissà dove
troverete l’uscita.
Persino le ceneri del mio corpo
vi accompagnano dalla strada al cadere.
La pioggia è un rebus dove la terra finge
del vostro ritornare alla mia casa.
Fermatevi e non dimenticatemi
perché
c’era una volta una stanza.
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(formiche)
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In questa condizione senza luce,
senza nemmeno dirci della pietra
che rassomiglia al suolo,
molle ti riposi sul terriccio dello scavo
che misura il passo di mille zampe scalze
nella discarica del nostro giardino.
Persino una vedova annuncia la fine
nel cespuglio dove ti nutri del rovescio
del lenzuolo,
mentre impreca arrotolata insieme a te
il sacramento
in decomposizione.
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(millepiedi)
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La tartaruga è imbalsamata
testa coda orecchie
ritratte dentro casa.
L’hai dimenticata sul balcone,
cotta al sole.
Avresti dovuto prenderti cura
di un animale. Pet therapy
contro ansia e depressione,
per sentirti viva
dopo l’operazione.
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Dalla culla
al giardinaggio
il passo
è inevitabile.
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(tartaruga)
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Per un anno hai percepito
la pensione di tua madre
morta per miracolo.
Congelata murata coperta
di sabbia per i gatti.
Cieca sulla scena ad essiccare
come il piscio della gatta
in calore – ha bisogno di
sentirsi al sicuro
circondata dal suo stesso
odore.
Non hai badato a spese,
hai scelto la sabbia migliore:
assorbente, priva di aromi
trattiene la puzza, ottima durata
e pulizia. Biodegradabile
tranne per i denti.
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È firmamento in volo
fin sopra al davanzale.
Tarda la risposta della luce
la lucciola lumino per i morti.
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(lucciola)
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Teodora Mastrototaro, drammaturga e poetessa, attivista per i diritti animali, antispecista, è nata a Trani nel 1979, vive a Roma. Ha esordito con la raccolta Afona del tuo nome (La Vallisa, 2009), tradotta dal poeta americano Jack Hirschman con il titolo Can’t voice your name (CC. Marimbo, 2010). Ha pubblicato Legati i maiali (Marco Saya, 2020), finalista al premio Arcipelago Itaca per la sezione Raccolte Inedite, vincitore del Premio Speciale Del Presidente Di Giuria al concorso Bologna In Lettere 2021, segnalato al premio di poesia e prosa Lorenzo Montano 2021. Il suo libro Zoologia abitativa ha ricevuto la Segnalazione al premio di poesia e prosa Lorenzo Montano 2022 per la sezione libro inedito. Le sue poesie Carne e Gabbia sono state pubblicate sulla rivista di critica antispecista Liberazioni n.50. (2022). Ha pubblicato nel volume collettivo tutto al femminile, Bestie – femminile animale (Vita Activia Nuova APS, 2023). Il racconto Il Mattatoio è stato pubblicato sul Magazine radicale internazionale Menelique. Il monologo Il riflusso (dalle reali testimonianze dei lavoratori dei mattatoi) è stato pubblicato sulla rivista di critica antispecista Liberazioni n.51 (2022).
La sua ultima pubblicazione è Zoologia abitativa (Arcipelago Itaca edizioni – 2023).
Zoologia abitativa si configura come un attraversamento. C'è un'entrata e un'uscita da un'abitazione dove gli animali sono una guida per comprendere relazioni, gesti, umori e istinti umani. A volte la forma, altre la muta, la biologia e i comportamenti animali illuminano percorsi umani in case che non possono crollare sotto il peso di un agire umano, (pur)troppo umano.
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